Ti prendo e ti porto via.
Come faccio a difenderti dalle sciagure di questa vita?
Proprio te, amica mia carissima come fu per la mia amata sorella.
E no, a tutto ci deve essere un limite.
Io così debole ma adesso così forte per te.
Perché te sei in me, ce lo siamo dette tante e tante volte in questi ultimi 35 anni.
Noi che non abbiamo mai dubitato l’una dell’altra. Che la nostra profonda amicizia è sempre stata una grande ricchezza.
Tu sei in me ed io in te.
Tanto la stima nel tuo amato marito, grande uomo e grande professionista ma soprattutto esempio di grande lealtà ed integrità morale, che ho scelto di fargli battezzare la mia unica amata figlia.
E lui era così orgoglioso di Lei.
Si dice che chi ti battezza ti assomiglia.
Cara amica mia è una delle cose più giuste che ho fatto!
Vogliamo parlare delle fragoline di bosco?
Mia figlia le ama tanto quanto le amava lui.
E la cosa più eclatante che la nostra bambola gira la forchetta al contrario come la girava lui.
Amica mia, lui vivrà ancora anche in questi nostri gesti. Ma come potrò fare per farti continuare a vivere con questa assenza che è più importante di una presenza? Non lo so.
Ci penserò e ti porterò via.
Da questo dolore che non meritavi.
Vivremo per lui perché lui c’è, le persone così importanti ci sono sempre e ci spingono a fare bene, perché altrimenti… zio Gino che dice?
Sto scrivendo queste parole amica mia adorata, per te ma il pensiero va sempre a lui. Perché un uomo di quello spessore non si cancella con poco.
Ma perché poi cancellarlo? Non sia mai!
Noi vivremo per lui e in lui.
Lui, che ha aspettato 5 ore prima che Silvia discutesse la sua tesi di Laurea.
Amica mia adorata ti porterò dove il dolore sarà accettabile e la vita vivibile.
Ti prego fatti forza, datti tempo, dai modo al dolore di diminuire fino a conviverci. Io sarò con te sempre e comunque.
Noi ti ameremo sempre.
Ora fai passare questo dolore e poi Dio ci aiuterà. Te lo prometto amica mia.
Questo dolore prima o poi sarà accettabile ci si potrà convivere.
Te lo prometto.