~Galateo dell’’’ospite perfetto”~
Dopo il successo del primo articolo in collaborazione con il Maestro Alberto Presutti continua la nostra rubrica: Bon Ton dell’Accoglienza e del Savoir vivre.
In questo articolo il maestro ci parla di un argomento molto interessante ossia Il “Galateo dell’Ospite perfetto”
– Parte Prima –
Un servizio di qualità è fondamentale per qualsiasi ristorante, senza distinzione di tipologia. Ma è necessario anche che questo servizio si autoalimenti di gratificazioni che l’ospite deve essere in grado di dare con il proprio comportamento da quando entra nel ristorante in poi.
L’’’Ospiteperfetto” dovrebbe seguire, piccole e grandi accortezze che non necessitano di particolari e grandi sforzi, ma solo di riguardo e di rispetto, quindi di Buona educazione.
L'”Ospite perfetto” prenota il tavolo e si presenta puntuale, e qualora ritardi sensibilmente, avvisa.
L'”Ospite perfetto” evita di prenotare per 8 e poi si presenta in coppia, senza avvisare, nè prenota per due e si presenta in otto, pretendendo il posto riservato come da precedente telefonata.
L'”Ospite perfetto” è calmo e non smania, e non mette ansia ai camerieri.
L’ospite “perfetto” ben conosce le regole di accoglienza che vigono nei ristoranti, per cui si metterà pazientemente a disposizione del cameriere, che avrà il compito di accompagnarlo al tavolo, eventualmente prenotato.
L'”Ospite perfetto” usa sempre le parole “magiche” del Galateo: “Per favore“ e “Grazie“
L'”Ospite perfetto” non richiama l’attenzione del cameriere con un fischio o con un “Ehi!” o uno schiocco delle dita.
L'”Ospite perfetto” al momento di ordinare segue le regole del Galateo, per cui, se ha invitato lui i propri commensali, si farà carico di esporre al cameriere tutte le ordinazioni proprie del gruppo.
L'”Ospite perfetto” non dirà mai: “Faccia lei!” al cameriere per la scelta di un vino di qualità.
L'”Ospite perfetto” non dirà mai: “Lasci dire a me che di vino me ne intendo!”
L'”Ospite perfetto” evita di chiedere immotivati spostamenti di tavolo, giustificandoli invece con scuse banali, tipo: “Da quel tavolo sono più vicino alla cucina…” o “Quel tavolo mi consente di notare meglio chi entra…”
L'”Ospite perfetto” non esce a fumarsi una sigaretta lasciando il tavolo incustodito, specie senza avvisare.
L'”Ospite perfetto” si distingue perchè non si alza dal proprio tavolo per prendere da solo oliere, saliere poste magari in vetrine dagli sportelli chiusi, o posate o tovaglioli da tavoli di servizio o, ancor peggio, da tavoli apparecchiati viciniori, sguarnendoli.
L'”Ospite perfetto” non è ospite “fai da te”!
Maestro Alberto Presutti
Per contatti:
{foto dal Web}